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BAcIO è l’acronimo di “Broadband Acquisition and Imaging Operation”, che può essere tradotto in italiano come “acquisizione operativa di immagini e di segnali a banda larga”. Il progetto BAcIO prevede l’organizzazione di una serie di “workshop”, ovvero di riunioni scientifiche di taglio operativo. Il prossimo appuntamento di BAcIO è previsto a Stromboli dal 20 al 27 maggio 2023. Questo workshop di BAcIO sarà perfettamente integrato nel progetto dipartimentale UNO (acronimo di “UNderstanding the Ordinary to forecast the extraordinary”), che prevede un approccio integrato per lo studio e l’interpretazione dell’attività esplosiva al vulcano Stromboli.
Questo workshop è concepito come un esperimento multidisciplinare sul campo, e intende radunare specialisti ed apprendisti nell’uso di tecniche di campagna che sono utili al monitoraggio e all’osservazione dell’attività esplosiva persistente.
Iniziato nel 2012 come una collaborazione scientifica tra INGV e LMU, e poi formalizzata in “BAcIO” nel 2014, questa iniziativa ogni anno ha coinvolto un numero crescente di ricercatori e tecnici aventi un ampio spettro di competenze e provenienti da ogni parte del mondo. L’intento è quello di promuovere un uso sinergico di varie tecniche di misura sul campo e di condividere le diverse competenze, in modo da migliorare la comprensione dei processi eruttivi. 
L’attività consisterà nel dispiegamento temporaneo di una varietà di sistemi di acquisizione dotati si sensori ottici, acustici, sismici, geochimici e deformazionali. Esempi di questi sistemi includono tra gli altri telecamere ad alta velocità dotate di sensori sia nello spettro della luce visibile che nella radiazione termica, sismometri, microfoni, sensori UV ed SO2, spettrometri FTIR, gravimetri, inclinometri, scanner di tipo laser e droni attrezzati con sensori per rilievi di precisione.
Questo eccezionale dispiegamento di forze permetterà di catturare le dinamiche dei “pennacchi” eruttivi, di misurare le traiettorie dei frammenti piroclastici espulsi dai crateri, di catturare i segnali provenienti dal condotto superficiale e dall’interazione con l’atmosfera, di misurare la dispersione dei depositi e tutti i segnali geofisici e geochimici associati.