zonaturesinistra: zonature oscillanti in un cristallo; destra: anelli di accrescimento in un tronco 

Che cosa succede realmente nel ventre dei vulcani? Come si comporta il magma nell’imperscrutabile profondità delle camere magmatiche? e poi come modifica la propria natura risalendo sino a vedere la luce durante le eruzioni? Giulio Verne nel XIX secolo si era affidato alla fantasia per descrivere un fantastico mondo sotterraneo, nel quale si poteva scendere e poi risalire proprio attraverso i condotti dei “nostri” vulcani. Nonostante un vertiginoso progresso tecnologico e straordinarie conquiste scientifiche, ancora oggi l’uomo non ha saputo penetrare le profondità della crosta terrestre e svelare i dettagli delle dinamiche interne al nostro pianeta. Per questo motivo ci affidiamo ancora a metodi indiretti per studiare l’evoluzione dei magmi nel sottosuolo. Un vulcano si forma quando il magma sale dalla camera magmatica e fuoriuscendo dalla bocca eruttiva diventa lava. La lava inevitabilmente solidifica, diventando quindi una roccia. Studiando questa roccia si può analizzare la struttura interna dei cristalli che la compongono. Proprio questi cristalli portano spesso i “segni” dei processi magmatici che li hanno generati e fatti crescere. I cristalli si formano e crescono (o si “sciolgono”) all’interno del magma rispondendo alle condizioni fisiche nelle quali il magma stesso si è trovato nel corso del tempo. Per semplificare, in alcuni casi il vulcanologo studia la struttura interna dei cristalli come il botanico studia gli anelli di accrescimento nei tronchi degli alberi (vedi figura). Nello studio cui facciamo breve cenno adesso, supportato anche dal Progetto UNO, Piergiorgio Moschini e i suoi colleghi hanno condotto una meticolosa ricerca per tracciare linee guida che permettono di comprendere meglio le complesse dinamiche dei magmi che alimentano proprio i “nostri” vulcani Etna e Stromboli. I risultati di questo studio dimostrano che i tassi di crescita e le composizioni chimiche dei cristalli si comportano come delle “capsule del tempo”, in grado di registrare le temperature, il contenuto di volatili e, in ultimo, il tasso di residenza o di risalita del magma all’interno del sistema di alimentazione dei vulcani. I lettori desiderosi di approfondire possono accedere qui al testo completo, ma vi avvisiamo che per comprendere a fondo sono necessarie solide basi di termodinamica!