Il condotto che alimenta la bocca del vulcano Stromboli è sempre aperto. Per questo motivo, sotto la spinta della pressione interna, la lava può risalire con relativa facilità, ed il vulcano produce decine di piccole eruzioni ogni giorno con notevole regolarità. Questa regolarità viene tuttavia turbata episodicamente da esplosioni nettamente più energetiche e pericolose, le cosiddette eruzioni “parossistiche”.

Capire quando il vulcano si prepara ad uno di questi episodi più energetici è fondamentale, ed i vulcanologi da anni indagano avidamente segnali raccolti da sensori sempre più complessi e potenti alla ricerca di indizi “premonitori”. Nel seminario INGV che si è tenuto mercoledì 22 novembre 2023, Bellina Di Lieto e Pierdomenico Romano hanno presentato una ricerca proprio su questo tema. Chiariamo subito che questa ricerca è stata condotta al di fuori del progetto UNO, ma riguardando il vulcano di cui si occupa UNO, la presentiamo volentieri anche qui. Bellina e Pierdomenico hanno cercato di interpretare il segnale raccolto da un particolare strumento, un “dilatometro”, che è installato da anni in un pozzo scavato a bassa quota sull’isola di Stromboli. Questo strumento è capace di misurare impercettibili variazioni di stato nel sottosuolo, piccolissime “tensioni” indotte proprio dall’attività del vulcano. Senza entrare nel dettaglio delle caratteristiche dei segnali catturati dal dilatometro, facciamo solo un cenno alle tecniche di analisi impiegate e agli interessanti risultati ottenuti.

I dati raccolti sono stati processati anche tramite “machine learning”, ovvero una tecnica di intelligenza artificiale nella quale il software, sapientemente guidato dai ricercatori, impara “da solo” come analizzare una grandissima quantità di dati. Questo aiuta molto perché una simile mole di dati è altrimenti difficilmente gestibile con metodi tradizionali. I risultati ottenuti indicano che determinati cambiamenti nella forma del segnale registrato durante l’attività del vulcano già alcune settimane prima degli eventi parossistici dell'estate del 2019, potrebbero costituire un segnale premonitore di cui tenere conto in futuro. L’innesco di questi eventi esplosivi molto energetici sarebbe legato ad un particolare cambiamento nello stato del magma che risale nel condotto vulcanico, e proprio questo cambiamento è registrato dal dilatometro inserito in profondità nel pozzo.