Abbiamo già parlato in queste news di una “nostra” ricerca che mostra come il vulcano Stromboli sia capace di scagliare “bombe” di lava e roccia a grande velocità dalle proprie bocche eruttive (qui il link). Durante le eruzioni stromboliane, la pressione interna al vulcano spinge nel condotto vulcanico un mix di gas, lava e roccia, che viene così accelerato verso l’alto finché non viene poi “sparato” fuori dalla bocca eruttiva generando le spettacolari (ma pericolose) esplosioni che documentiamo anche in questo sito.
Nel lavoro al quale accenniamo qui adesso, supportato anche dal Progetto UNO, Laura Spina e altri colleghi cercano di capire meglio alcuni aspetti di quello che succede proprio nel condotto vulcanico durante questo genere di eruzioni. Il materiale che risale a grande velocità nel condotto, il cosiddetto “jet vulcanico”, innesca turbolenze che trasmettono vibrazioni sia nel sottosuolo (segnali sismici) che nell’atmosfera circostante (segnali acustici). E’ un po’ come se il vulcano facesse vibrare le proprie corde vocali durante l’eruzione. Queste vibrazioni sono registrate e studiate dai vulcanologi proprio per capire quali sono le dinamiche eruttive in corso. Ma come è fatto il condotto vulcanico al suo interno? E quale è l’effetto della forma del condotto nel segnale che viene propagato? Sappiamo ancora ben poco di questo, in quanto misure dirette sono impossibili. Laura e i suoi colleghi hanno pertanto condotto uno studio di laboratorio che imita i processi eruttivi a piccola scala. In particolare, hanno indagato l'effetto dell'irregolarità della superficie del condotto, ed i risultati ottenuti mostrano che questo aspetto controlla l'ampiezza dei segnali sismici ed acustici e la velocità del “jet” in risalita. Questo ci aiuta a capire il legame tra l’osservazione in superficie e ciò che succede più in profondità, nella “gola” al di sotto della bocca del vulcano. Grazie ragazzi!