Le Maccalube d’Aragona e le Salse di Nirano

 

In Italia i vulcani di fango sono concentrati principalmente in quattro zone geografiche: nell’Appennino settentrionale (soprattutto in Emilia Romagna), nell’Appennino centrale (Marche e Abruzzo), nell’Appennino meridionale (Basilicata, Calabria e Campania) ed in Sicilia. I vulcani di fango italiani sono generalmente piccoli e piatti e caratterizzati da emissioni continue e piuttosto tranquille di gas, acqua e fango.

posizione aree
Figura 1.
Posizione delle principali aree di studio.

 

Nell’ambito del progetto PROMUD sono state selezionate due aree d’indagine principali (Figura 1 e 2): le Salse di Nirano (Appennino settentrionale) e le Maccalube di Aragona (Sicilia), entrambe riserve naturali.

quadro strutturale
Figura 2.
Quadro strutturale dell'Appennino (Italia) e ubicazione delle aree di studio del vulcanismo sedimentario (da Bonini, 2009).

Maccalube di Aragona

Le Maccalube di Aragona si trovano nella Sicilia centrale e rappresentano il più grande sito della regione ad essere interessato dalla presenza di vulcani di fango.

Il sito ricade all’interno di uno spesso (fino a 6 km) prisma di accrezione, sviluppatosi al fronte del thrust belt appennino-magrebide. Il vulcanismo sedimentario si origina nei sedimenti clastici depostisi in un sistema di bacini di thrust-top che sono stati progressivamente raccorciati e dislocati dal tardo Miocene al Pleistocene. La deformazione per thrusting al fronte della catena è ancora attiva e il raccorciamento è indotto dalla convergenza NNW–SSE tra Africa ed Eurasia (Bonini, 2009).

Maccalube vulcani di fango
Figura 3.
I vulcani di fango delle Maccalube d’Aragona (Sicilia, Italia). Questa foto è stata scattata dagli afferenti al progetto PROMUD (WP5).

L’area di emissione si estende su un’area di circa 1.4 km2 ed è caratterizzata dalla presenza di vulcanelli di fango con altezze comprese tra pochi centimetri a mezzo metro. Il sito ospita anche due polle maggiori (di circa 3 m di diametro) piene di acqua e gas gorgogliante (Figura 3). Nell’area si verificano, in modo non periodico, episodiche eruzioni anche con forti esplosioni e con combustione dei gas emessi (Cangemi & Madonia, 2014), tra i quali il metano è il gas dominante.

Il sito delle Maccalube è una Riserva Naturale gestita dalla ONG “Legambiente”.

Le Salse di Nirano

Le Salse di Nirano si trovano ai piedi dell’Appennino settentrionale, vicino Fiorano Modenese.

Le Salse poggiano su un’anticlinale con asse NO–SE associata al thrust pede-appenninico (Bonini, 2008) e sono legate all’espulsione di fluidi formatisi nei sottostanti depositi di avanfossa. Il fronte pede-appenninico in questa porzione dell’Appennino settentrionale è caratterizzato da thrusting attivo lungo strutture immergenti a SSO; i vulcani di fango, quindi, sono strettamente legati alla tettonica attiva in quest’area (Bonini, 2009).

La cintura dei vulcani di fango è attualmente attiva e formata da quattro principali aree di emissione formate da una serie di singoli coni attivi.

I coni si sviluppano fino ad una altezza di 3 m ed emettono mud breccias e mud flows. Il metano è il gas dominante.

salse di Nirano vulcani di fango
Figura 4.
I vulcani di fango delle Salse di Nirano (Appennino settentrionale, Italia). Questa foto è stata scattata dagli afferenti al progetto PROMUD (WP5).

Il sito delle Salse, noto fin da epoca romana, rappresenta una delle aree interessate dal vulcanismo sedimentario più belle e spettacolari in Italia. È una Riserva Naturale gestita dal Comune di Fiorano Modenese e dall’Ente Parchi dell’Emilia Centrale della Regione Emilia Romagna.

Altri siti

Nell’ambito del progetto saranno oggetto di studio anche i vulcani di fango delle Salinelle di Paternò e di Santa Barbara in Sicilia, come alcuni vulcani di fango che fanno parte della “Mud Volcanoes Route” nell'Appennino settentrionale.

Vulcani di fango della Sicilia

Analogamente al sito delle Maccalube d’Aragona, gli altri vulcani di fango della Sicilia si sviluppano al di sopra del prisma d’accrezione al fronte del fold-and-trust belt appennino-magrebide, che migra progressivamente verso sud sull’avampaese africano. I sedimenti clastici depostisi nel bacino di Caltanissetta, un sistema di bacini di thrust-top amalgamati, ospitano i vulcani di fango. I bacini di thrust-top sono stati progressivamente raccorciati e dislocati dal tardo Miocene al Pleistocene e la deformazione per thrusting al fronte della catena è ancora attiva (Bonini, 2009).

Le Salinelle di Paternò

Il sito di Paternò, si trova al contatto tra il margine orientale dell’avanfossa siciliana e l’edificio vulcanico del Monte Etna. L’attività è fortemente influenzata da eventi sismici e variazioni del degassamento vulcanico dal Monte Etna (Boni, 2009). Tra i gas emessi domina l'anidride carbonica fornita dall'attività ignea dell'Etna (Etiope et al., 2002).

Santa Barbara

Il vulcano di fango di Santa Barbara è in prossimità della città di Caltanissetta nel villaggio di Santa Barbara.

Il sito si estende su un’area di circa 12 Km2 in cui sono presenti strutture a forma di cono alte alcune decine di centimetri. Questo vulcano di fango ha dato origine a due eruzioni parossistiche, l’11 agosto 2008 e un evento minore associato nell’agosto 2009. entrambi gli eventi hanno provocato danni severi alle infrastrutture civili presenti in un raggio di circa 2 km dal centro eruttivo (Madonia et al., 2011; Cangemi & Madonia, 2014).

Vulcani di fango dell’Appennino settentrionale

Come nel caso delle Salse di Nirano, gli altri vulcani di fango che caratterizzano il fronte pede–apenninico dell’Appennino settentrionale sono associati all’emissione di fluidi generati nei sedimenti clastici di avanfossa sottostanti e sono relazionati alla compressione attiva nell’area. Il metano è sempre il gas dominante (Bonini, 2009).